Burocrazia e Agenzia delle Entrate. Alcuni casi triestini – 17 settembre 2015   Leave a comment

Interpretazioni diverse di norme, cartelle milionarie, iter processuali infiniti, contenziosi tra enti pubblici che si trascinano da anni nell’assoluta incertezza, un ruolo “curioso” dell’Agenzia delle Entrate.

E Trieste sempre in mezzo. Vediamone alcuni.

  1. L’Agenzia delle Entrate di Trieste, notifica all’Autorità Portuale di Trieste nel 2008 avvisi di accertamenti e di sanzioni per un importo pari a 26 milioni di euro, derivanti dalla tassazione dei canoni demaniali relativi agli anni 2002, 2003, 2004 e 2005.  Successivamente ai ricorsi vinti dall’AP davanti alla Commissione Tributaria Provinciale e poi a quella Regionale, l’Agenzia ricorre in Cassazione. Nel frattempo, e negli anni successivi, l’Agenzia notifica ulteriori sanzioni, per lo stesso motivo, per 11 annualità complessive. La contestazione, sempre la medesima, sarebbe il mancato pagamento dei redditi provenienti dalle concessioni demaniali. L’Autorità Portuale, confortata anche dalle norme vigenti, si difende sostenendo l’esenzione da tale versamento delle Autorità Portuali, in quanto esse gestirebbero solo indirettamente e mediatamente ( per conto dello Stato ) il demanio marittimo. Nell’aprile 2015, i primi ricorsi arrivano in Cassazione, dove lo stesso Procuratore insiste per il rigetto del ricorso dell’Agenzia delle Entrate. E Quindi? Un nulla di fatto. Anni di udienze, ricorsi, spese legali, contenziosi tra Enti pubblici. Senza che nessun legislatore intervenga e chiarisca in modo limpido la questione. Per approfondimenti ( https://arisprodani.wordpress.com/2015/05/11/prodani-contenziosi-agenzia-delle-entrate-autorita-portuale-o-delle-inutili-liti-tra-enti-pubblici-interrogazione-dell-11-maggio-2015/ )
  2. Nel novembre scorso, dirompente, arriva come una mannaia la richiesta plurimilionaria dell’Agenzia delle Entrate a Italia Marittima. Viene contestata una errata applicazione della tonnage tax, agevolazione introdotta una decina di anni fa per incentivare la marineria italiana. 60 sono i milioni richiesti che, ovviamente, metterebbero in ginocchio la società triestina e che sarebbe solo la prima, nel panorama italiano, ad essere soggetta alla verifica dell’agenzia fiscale. Ma, soprattutto, secondo molti esperti, l’Agenzia delle Entrate starebbe dando una personale interpretazione della norma. Solo un intervento del Governo, nella Legge di Stabilità del dicembre 2014, con l’inserimento di una ulteriore precisazione nella legge originaria, annulla di fatto,la sanzione, scongiurando inutili strascichi giudiziari ( che, molto probabilmente, avrebbero dato ragione alla società ).
  3. Qualche giorno fa il Piccolo pubblica un articolo nel quale si ricostruisce un altro caso similare al primo. Quello del contenzioso aperto ormai da quasi un trentennio tra l’Agenzia delle Entrate e l’Ente per la Zona Industriale di Trieste ( Ezit ). Un altra questione tra Enti Pubblici, un’ altra richiesta milionaria . Oggetto del contendere: il mancato pagamento delle tasse sulle plusvalenze nella vendita dei terreni che Ezit ricevette dal Gma e che, nel corso degli anni, ha rivenduto. Ricorsi, pareri, rimandi, Commissioni Tributarie e Cassazione, Per arrivare all’iscrizione a ruolo della cartella di 9 milioni e 200 mila euro. Anche qui, nessun intervento chiarificatore nel corso degli anni. E la partita risulta aperta. ( per approfondimenti: https://arisprodani.wordpress.com/2015/09/17/contenziosi-tra-agenzie-entrate-ed-ezit-interrogazione-dd-17-settembre-2015/ ).

Diverse e molteplici sono le riflessioni che una lettura si questa sintetica ricostruzione potrebbero scatenare. L’inerzia e la scarsa propensione dei legislatori a risolvere alla radice queste questioni, l’abdicazione dei legislatori stessi nei confronti del potere giudiziario nell’interpretare le norme, il potere concesso all’Agenzia delle Entrate e di conseguenza il mancato controllo sul rapporto tra gli accertamento notificati e le relative sanzioni effettivamente riscosse ( il caso che coinvolge l’AP è emblematico ), l’assurdità di contenziosi che coinvolgono istituzioni pubbliche e producono inutili spese e poca chiarezza.

Qualcuno, particolarmente malizioso, potrebbe chiedersi se questo Sistema sia costruito ad arte. Ed, in effetti, la domanda sarebbe anche lecita. Personalmente, invece, credo che sia solo il frutto di una struttura statale elefantiaca ed ingessata, che ha perso il controllo delle proprie azione e nonha la capacità di ripensarsi.

Il pensiero, ovviamente, dopo la disamina delle tre situazioni citate, va anche ai casi di piccole imprese, di lavoratori autonomi, di semplici cittadini che si trovano attanagliati in questi meccanismi e non hanno la forza, la capacità e la possibilità di far sentire la propria voce. E, troppo spesso, soccombono.

Se la burocrazia si limitasse alla lentezza degli iter amministrativi  o alla mole di carta che ognuno di noi e le istituzioni devono produrre, forse il problema non sarebbe tanto grave. Lo diventa, invece, nel momento in cui leggiamo la “burocrazia” come scarsa chiarezza, mancanza di tutela, cortocircuiti ( come quelli sopradescritti ) delle istituzioni e tra istituzioni.

E’ qui che bisogna lavorare. Da qui che bisogna partire.

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