TESTO DELL’INTERROGAZIONE ( depositata l’11 novembre 2013 )
Interrogazione a risposta scritta
PRODANI.
– Al Ministro dell’Interno.
– Per sapere
– premesso che:
il 6 novembre c. a gli ultimi otto immigrati ospitati nel Centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) sono stati trasferiti a Milano o rimpatriati su decisione del Ministero dell’Interno per l’inagibilità della struttura: erano rimasti fruibili solo 18 posti letto su 268;
l’8 novembre scorso Il Piccolo, quotidiano triestino, ha pubblicato un articolo in cui si riferisce che non è stata fissata una data d’inizio dei lavori di ristrutturazione del CIE, riportando la dichiarazione di Giuseppe Donadio, capo di gabinetto della Prefettura di Gorizia: “Ad oggi non abbiamo comunicazioni ufficiali sull’inizio dei lavori e sulla loro durata né sappiamo se l’eventuale riapertura avverrà a blocchi o bisognerà attendere che tutte e tre le sezioni siano ripristinate”; questa situazione di incertezza è condivisa da altri CIE italiani, visto che nei mesi scorsi hanno chiuso temporaneamente i centri di Brindisi, Bologna, Modena e Crotone, mentre altre otto strutture operative registrano ogni giorno la chiusura di alcuni padiglioni a causa delle rivolte degli ospiti, legate alle dure condizioni in cui sono costretti a vivere;
sulla presunta utilità del Centro in provincia di Gorizia si sono espressi numerosi consiglieri regionali tra cui Ilaria Dal Zovo (M5S) secondo la quale le condizioni di trattenimento degli immigrati erano ormai oscene “non per colpa degli operatori e delle forze dell’ordine che anzi hanno operato in condizioni difficili e alle quali va la nostra solidarietà. Ma è giunto il tempo di una totale revisione della normativa sull’immigrazione”;
è in corso un’inchiesta della Procura di Gorizia sul consorzio Connecting people che gestisce la struttura a seguito di un contenzioso giudiziario con la società che originariamente si era classificata prima nell’ultima gara di appalto. Le indagini svolte nei confronti di alcuni amministratori del consorzio riguardano i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e di frode nelle pubbliche forniture;
con una prima interrogazione, la 4-00825, si è chiesto al Ministero dell’Interno di revocare l’appalto vinto dal consorzio Connecting people e di affidare le attività che ne sono oggetto al personale militare di stanza presso la Caserma «Ugo Polonio»;
nella risposta pervenuta il 18 ottobre c. a., il Sottosegretario di Stato per l’interno Domenico Manzione ha ricordato che la commissione composta dalla Prefettura di Gorizia, dalla Questura e dalle organizzazioni umanitarie (Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, Croce Rossa Italiana, Organizzazione internazionale delle migrazioni) ha effettuato due visite nel CIE di Gradisca d’Isonzo il 12 aprile e il 12 luglio 2013;
a seguito di queste ispezioni si è riscontrata l’esigenza di rivedere alcune modalità di funzionamento, “al fine di assicurare migliori standard di accoglienza e un maggiore livello di sicurezza, sia per gli ospiti che per gli operatori”; sotto il profilo amministrativo, sostiene il Sottosegretario, “si potrà intervenire sui criteri posti a base d’asta per l’aggiudicazione degli appalti, anche modificando l’elenco dei servizi previsti dall’attuale capitolato unico, affinché i centri per l’immigrazione siano gestiti con la massima trasparenza ed efficienza, nel pieno rispetto delle condizioni igienico-sanitarie”
-: se s’intendano avviare i lavori di ristrutturazione del CIE di Gradisca D’Isonzo o se la struttura è stata chiusa in via definitiva;
– se s’intenda rivedere l’organizzazione dei centri di accoglienza per evitare disagi insopportabili per gli ospiti e situazioni critiche per le forze dell’ordine deputate alla vigilanza;
– se a livello amministrativo si sia effettivamente intervenuto sui criteri alla base dell’asta per l’aggiudicazione degli appalti, in modo da garantirne la massima trasparenza.
PRODANI
RISPOSTA DEL MINISTERO DELL’INTERNO in Jpg ( 06 dicembre 2013 )