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Prodani: Ezit, necessario un intervento – Interrogazione del 08 ottobre 2015   Leave a comment

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Prodani
Al ministro dell’Economie e Finanze e al Ministro dello Sviluppo Economico
-per sapere
-premesso che:

 l’Ente Zona Industriale di Trieste (EZIT), è un ente pubblico non economico, un unicum a livello nazionale, istituito con l’Ordine 66/1953, emanato dal Governo Militare Alleato  con lo scopo di infrastrutturare e cedere a prezzi calmierati i terreni industriali durante il difficile periodo del secondo dopoguerra del territorio triestino. L’EZIT è disciplinato dalla Legge Regionale del Friuli Venezia Giulia n. 25 dd. 01.10.2002 e promuove lo sviluppo delle attività industriali, economiche e di servizi nell’ambito dell’agglomerato industriale di interesse regionale;
da articoli di stampa del mese di agosto si apprendeva che, entro la fine del prossimo novembre, l’Ente avesse dovuto fare fronte ad una cartella esattoriale dell’importo di 9 milioni e 200 mila euro, relativa al  mancato pagamento delle tasse sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di terreni e fabbricati, contestate dall’Agenzia delle Entrate e risalenti alla seconda metà degli anni settanta;
si apprendeva anche che EZIT si sarebbe difesa sostenendo che l’ordine 66/1953 all’art. 33 avesse equiparato l’Ente ad un organo statale ed esentato dal versamento di qualsiasi imposta  e che nel corso degli anni i vertici Ezit avessero sostenuto l’impossibilità di stimare il valore iniziale di questi beni e conseguentemente la plusvalenza ottenuta dalla loro vendita;
con l’interrogazione n. 4-10396, l’interrogante aveva già trattato le difficile situazione dell’Ente chiedendo al Ministro dell’Economia e Finanze quali provvedimenti avesse voluto adottare per far fronte alle spese derivanti dal procedimento finanziario e se avesse ritenuto opportuno fornire un’interpretazione certa della normativa per risolvere l’intera questione relativa ai contenziosi tributari tra istituzioni pubbliche ( EZIT e Agenzia delle Entrate);
da un articolo de Il Piccolo del 27 settembre scorso, si apprende che Equitalia Nord, abbia notificato a 23 aziende dell’area industriale, affittuarie dell’EZIT, un atto di pignoramento di crediti verso terzi, per cui le aziende dovranno pagare il canone non più all’Ezit ma direttamente  all’ente di riscossione;
da un successivo articolo del 29 settembre, si viene a sapere di ulteriori 6 notifiche di pignoramento di affitti dovuti all’Ente e da un articolo del 1 ottobre dell’avvio anche  delle procedure ipotecarie sui beni immobili dell’Ezit a garanzia della maxi cartella, lasciando l’Ente privo di risorse finanziarie indispensabili per la gestione e sopravvivenza dello stesso;
nell’ultimo articolo viene riportato che il Presidente dell’Ente, Stefano Zurban, abbia fatto sapere del procedimento di  verifica, da parte degli gli Uffici, delle particelle interessate all’ipoteca per stimarne il valore, che ammonterebbe, sempre secondo Zurban, in 17-18 milioni, il doppio del debito tributario;
inoltre, si apprende che la Presidente della Regione FVG, Debora Serracchiani, abbia incontrato i vertici di Equitalia per avere notizie sulla procedura in corso e capire se ci siano margini di miglioramento in vista dell’Udienza davanti alla Commissione Tributaria di Trieste fissata per il prossimo 24 novembre;
l’attuale situazione finanziaria dell’EZIT, a parere dell’interrogante desta notevoli preoccupazioni soprattutto perchè la legge regionale del Friuli Venezia Giulia n. 3/2005, nota come Rilancimpresa, nell’ottica dello sviluppo dei sistemi produttivi locali ha  previsto il riordino dell’Ezit attribuendogli un ruolo importante nel rilancio dell’economia regionale:- – quali provvedimenti anche normativi urgenti intendano adottare per sanare le finanze dell’EZIT e quale sia la tempistica;
– se non ritengano di dover provvedere a chiarire in maniera definitiva la natura dell’Ente in considerazione dell’Ordine 56/1953 del Governo Militare Alleato.

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Cartella esattoriale da 9,2 milioni all’ Ezit. Prodani interroga il governo – Il Piccolo 24 settembre 2015   Leave a comment

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Burocrazia e Agenzia delle Entrate. Alcuni casi triestini – 17 settembre 2015   Leave a comment

Interpretazioni diverse di norme, cartelle milionarie, iter processuali infiniti, contenziosi tra enti pubblici che si trascinano da anni nell’assoluta incertezza, un ruolo “curioso” dell’Agenzia delle Entrate.

E Trieste sempre in mezzo. Vediamone alcuni.

  1. L’Agenzia delle Entrate di Trieste, notifica all’Autorità Portuale di Trieste nel 2008 avvisi di accertamenti e di sanzioni per un importo pari a 26 milioni di euro, derivanti dalla tassazione dei canoni demaniali relativi agli anni 2002, 2003, 2004 e 2005.  Successivamente ai ricorsi vinti dall’AP davanti alla Commissione Tributaria Provinciale e poi a quella Regionale, l’Agenzia ricorre in Cassazione. Nel frattempo, e negli anni successivi, l’Agenzia notifica ulteriori sanzioni, per lo stesso motivo, per 11 annualità complessive. La contestazione, sempre la medesima, sarebbe il mancato pagamento dei redditi provenienti dalle concessioni demaniali. L’Autorità Portuale, confortata anche dalle norme vigenti, si difende sostenendo l’esenzione da tale versamento delle Autorità Portuali, in quanto esse gestirebbero solo indirettamente e mediatamente ( per conto dello Stato ) il demanio marittimo. Nell’aprile 2015, i primi ricorsi arrivano in Cassazione, dove lo stesso Procuratore insiste per il rigetto del ricorso dell’Agenzia delle Entrate. E Quindi? Un nulla di fatto. Anni di udienze, ricorsi, spese legali, contenziosi tra Enti pubblici. Senza che nessun legislatore intervenga e chiarisca in modo limpido la questione. Per approfondimenti ( https://arisprodani.wordpress.com/2015/05/11/prodani-contenziosi-agenzia-delle-entrate-autorita-portuale-o-delle-inutili-liti-tra-enti-pubblici-interrogazione-dell-11-maggio-2015/ )
  2. Nel novembre scorso, dirompente, arriva come una mannaia la richiesta plurimilionaria dell’Agenzia delle Entrate a Italia Marittima. Viene contestata una errata applicazione della tonnage tax, agevolazione introdotta una decina di anni fa per incentivare la marineria italiana. 60 sono i milioni richiesti che, ovviamente, metterebbero in ginocchio la società triestina e che sarebbe solo la prima, nel panorama italiano, ad essere soggetta alla verifica dell’agenzia fiscale. Ma, soprattutto, secondo molti esperti, l’Agenzia delle Entrate starebbe dando una personale interpretazione della norma. Solo un intervento del Governo, nella Legge di Stabilità del dicembre 2014, con l’inserimento di una ulteriore precisazione nella legge originaria, annulla di fatto,la sanzione, scongiurando inutili strascichi giudiziari ( che, molto probabilmente, avrebbero dato ragione alla società ).
  3. Qualche giorno fa il Piccolo pubblica un articolo nel quale si ricostruisce un altro caso similare al primo. Quello del contenzioso aperto ormai da quasi un trentennio tra l’Agenzia delle Entrate e l’Ente per la Zona Industriale di Trieste ( Ezit ). Un altra questione tra Enti Pubblici, un’ altra richiesta milionaria . Oggetto del contendere: il mancato pagamento delle tasse sulle plusvalenze nella vendita dei terreni che Ezit ricevette dal Gma e che, nel corso degli anni, ha rivenduto. Ricorsi, pareri, rimandi, Commissioni Tributarie e Cassazione, Per arrivare all’iscrizione a ruolo della cartella di 9 milioni e 200 mila euro. Anche qui, nessun intervento chiarificatore nel corso degli anni. E la partita risulta aperta. ( per approfondimenti: https://arisprodani.wordpress.com/2015/09/17/contenziosi-tra-agenzie-entrate-ed-ezit-interrogazione-dd-17-settembre-2015/ ).

Diverse e molteplici sono le riflessioni che una lettura si questa sintetica ricostruzione potrebbero scatenare. L’inerzia e la scarsa propensione dei legislatori a risolvere alla radice queste questioni, l’abdicazione dei legislatori stessi nei confronti del potere giudiziario nell’interpretare le norme, il potere concesso all’Agenzia delle Entrate e di conseguenza il mancato controllo sul rapporto tra gli accertamento notificati e le relative sanzioni effettivamente riscosse ( il caso che coinvolge l’AP è emblematico ), l’assurdità di contenziosi che coinvolgono istituzioni pubbliche e producono inutili spese e poca chiarezza.

Qualcuno, particolarmente malizioso, potrebbe chiedersi se questo Sistema sia costruito ad arte. Ed, in effetti, la domanda sarebbe anche lecita. Personalmente, invece, credo che sia solo il frutto di una struttura statale elefantiaca ed ingessata, che ha perso il controllo delle proprie azione e nonha la capacità di ripensarsi.

Il pensiero, ovviamente, dopo la disamina delle tre situazioni citate, va anche ai casi di piccole imprese, di lavoratori autonomi, di semplici cittadini che si trovano attanagliati in questi meccanismi e non hanno la forza, la capacità e la possibilità di far sentire la propria voce. E, troppo spesso, soccombono.

Se la burocrazia si limitasse alla lentezza degli iter amministrativi  o alla mole di carta che ognuno di noi e le istituzioni devono produrre, forse il problema non sarebbe tanto grave. Lo diventa, invece, nel momento in cui leggiamo la “burocrazia” come scarsa chiarezza, mancanza di tutela, cortocircuiti ( come quelli sopradescritti ) delle istituzioni e tra istituzioni.

E’ qui che bisogna lavorare. Da qui che bisogna partire.

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Contenziosi tra Agenzie Entrate ed Ezit – Interrogazione dd 17 settembre 2015   Leave a comment

INTERROGAZIONE

PRODANI

Al Ministro dell’Economia e delle Finanze:

-per sapere

-premesso che:

 

l’Ente Zona Industriale di Trieste (EZIT), ente pubblico non economico, dotato di piena capacità di diritto pubblico e privato, promuove lo sviluppo delle attività industriali, economiche e di servizi nell’ambito dell’agglomerato industriale di interesse regionale, è disciplinato dalla Legge Regionale del Friuli Venezia Giulia n. 25 dd. 01.10.2002;

da un articolo de Il Piccolo del 27 agosto scorso, si apprende che l’Ente, entro la fine del prossimo novembre, debba fare fronte ad una corposa cartella esattoriale dell’importo di 9 milioni e 200 mila euro derivante da diversi procedimenti fiscali partiti dalla seconda metà degli anni settanta, quando l’allora Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette, oggi Agenzia delle Entrate, avrebbe contestato all’EZIT il mancato pagamento delle tasse sulle plusvalenze derivanti dalla vendita di terreni e fabbricati;

l’EZIT si sarebbe difesa sostenendo il motivo stesso della sua nascita, che ne fanno un unicum a livello nazionale: l’Ente, infatti, creato con l’Ordine 66/1953 emanato dal Governo Militare Alleato, fu equiparato ad un organo statale ed esentato dal versamento di qualsiasi imposta ( art. 33 dello stesso Ordine ). Scopo dell’Ente era di infrastrutturare e cedere a prezzi calmierati i terreni industriali durante il difficile periodo del secondo dopoguerra del territorio triestino: a tale scopo ricevette le aree dal Governo Militare Alleato stesso e le sistemò negli anni a seguire utilizzando contributi pubblici. L’obiezione dei vertici Ezit nel corso degli anni verteva, tra l’altro, sull’impossibilità di stimare il valore iniziale di questi beni e conseguentemente la plusvalenza ottenuta dalla loro vendita;

l’Agenzia delle Entrate avrebbe iscritto a ruolo le imposte accertate per gli anni 1981, 1982, 1999, 2000, 2001, 2002 che, comprensive di sanzioni ed interessi, ammontano ad un importo di 9 milioni e 200mila euro;

l’articolo citato riporta come la pratica sia stata esaminata, in diverse occasioni, dalla Commissione Tributaria Regionale con esiti altalenanti e valutata anche dalla Cassazione che, a sua volta, ha inviato la cartella nuovamente alla Commissione Regionale per un esame nel merito, precisando come l’art. 42 del DPR 601/1973 avrebbe abrogato ogni agevolazione precedente;

la decisione assunta dalla Commissione Tributaria Provinciale di Trieste che, a differenza di quanto solitamente avvenuto in passato, lo scorso gennaio non ha concesso la consueta sospensiva alla pluridecennale pratica, ha portato la Regione Friuli Venezia Giulia a respingere il bilancio preventivo 2015 dell’Ente, costringendo così l’EZIT a ricalibrarlo inserendo l’iscrizione di circa un milione “pro-quota” riferito proprio al contenzioso;

sempre nel medesimo articolo, il Presidente dell’Ezit Zuban sottolinea come la cartella in questione, senza la sospensiva, diventa titolo esecutivo con il rischio che l’importo possa raddoppiare :-

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa;

quali provvedimenti urgenti intenda adottare al fine di permettere all’EZIT di far fronte alle spese derivanti da un procedimento che si trascina da decenni, proprio in virtù della particolarità dell’Ente stesso e dello scopo per cui fu istituito dal GMA e successivamente “integrato” nel sistema istituzionale italiano con il provvedimento del commissario governativo Palamara;

se non ritenga fornire un’interpretazione certa della normativa per risolvere l’intera questione relativa ai contenziosi tributari tra istituzioni pubbliche ( EZIT e Agenzia delle Entrate ), evitando altri procedimenti giudiziari ed inutili sprechi di tempo e denaro pubblico.

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Sito di Interesse Nazionale: stato delle bonifiche – Risposta interrogazione del Ministero dell’Ambiente – 04 settembre 2015   Leave a comment

Testo dell’interrogazione:

Interrogazione a risposta scritta 4  –  00776

presentato da PRODANI Aris

testo di Martedì 11 giugno 2013, seduta n 31

Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
il 25 maggio 2012 è stato sottoscritto a Trieste l’accordo di programma fra Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la provincia di Trieste, i comuni di Muggia e Trieste, EZIT (l’Ente zona industriale di Trieste) e l’autorità portuale di Trieste per gli «Interventi di riqualificazione ambientale funzionali alla reindustrializzazione e infrastrutturazione delle aree comprese nel sito di interesse nazionale (SIN) di Trieste»;
l’obiettivo dell’accordo è quello di facilitare i soggetti responsabili e i soggetti interessati a operare la caratterizzazione, la messa in sicurezza e la bonifica dei suoli, delle falde, delle acque superficiali e delle aree marino-costiere del SIN, offrendo la possibilità di adottare procedure celeri con tempi certi di risposta, indicati al comma 15 dell’articolo 15 dell’accordo stesso, tenendo conto del diverso impatto esercitato sulle aree di rispettiva competenza;
la copertura delle spese previste, contenuta nell’articolo 11 dell’accordo, prevede il ricorso a risorse pubbliche e private. Le prime sono quantificate in 13.432.000 euro e sono suddivise tra il «Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale» (10.832.000 euro) assegnate alle regione Friuli Venezia Giulia e il decreto d’impegno protocollo 8717/QdV/DI/G/SP del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (2.600.000 euro), mentre le seconde devono essere quantificate in fase di approvazione del piano di caratterizzazione generale unitario;
per favorire la caratterizzazione e la bonifica del SIN di Trieste sono state individuate tre aree territoriali distinte: «piccoli operatori», che comprende le zone appartenenti all’Ente zona industriale di Trieste e alle piccole e medie imprese; «grandi operatori», che riguarda l’area in cui insistono infrastrutture o progetti industriali di grandi dimensioni; «area a mare», che include le acque, gli arenili e i sedimenti del porto di Trieste;
il piano di caratterizzazione generale unitario deve includere, oltre alla caratterizzazione e bonifica dei suoli, anche quella della acque sotterranee (articolo 6) e superficiali, degli arenili e dei sedimenti marini (articolo 7). La competenza per la realizzazione del modello idrogeologico dell’intero SIN spetta alla regione Friuli Venezia Giulia – che si avvale dell’Ente zona industriale di Trieste – mentre per l’area a mare è del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare che ricorre all’autorità portuale di Trieste (articolo 10, commi 6 e 7);
l’articolo 12 del testo stabilisce che il soggetto responsabile dell’accordo è il direttore generale della direzione tutela delle risorse idriche e del territorio del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare o un suo delegato;
il soggetto responsabile verifica l’attuazione del programma di interventi redigendo una relazione da allegare al rendiconto annuale che deve essere presentato dai soggetti sottoscrittori;
in base all’articolo 13 del documento il «Comitato d’indirizzo e controllo per la gestione dell’accordo» – composto dai rappresentanti delle istituzioni e degli enti sottoscrittori – è convocato dal soggetto responsabile, o su richiesta di uno dei componenti, almeno una volta l’anno per svolgere alcune funzioni come il monitoraggio dello stato di attuazione dei lavori e provvedere all’aggiornamento del cronoprogramma;
l’articolo 15 dell’accordo prevede una serie di semplificazioni amministrative per velocizzare le procedure di approvazione di alcuni provvedimenti, come il piano di caratterizzazione, il documento di analisi di rischio, lo studio per l’individuazione di obiettivi di bonifica che devono essere approvati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare con un proprio decreto, valutati gli esiti della preventiva e necessaria conferenza dei servizi;
ad oggi le procedure sembrano ferme alla sola caratterizzazione di alcune parti del SIN, peraltro su superfici di territorio ridotte, e quindi non sarebbe stata avviata nessuna opera di bonifica –:
come e se siano state spese le risorse pubbliche previste nell’articolo 11 dell’accordo;
se si sia giunti alla fase che consente di individuare le risorse private con l’approvazione del piano di caratterizzazione generale unitario;
se siano state almeno caratterizzate, in base alle competenze specifiche previste dall’accordo, le acque sotterranee, gli arenili, i sedimenti marini e le acque superficiali del SIN;
se il soggetto responsabile abbia convocato il comitato d’indirizzo e controllo per la gestione dell’accordo e se abbia redatto la prevista relazione da allegare al rendiconto annuale che deve essere presentato dai soggetti sottoscrittori per la verifica dell’attuazione del programma di interventi;
per quali motivi a distanza di più di un anno non sia stata ancora avviata la bonifica del SIN di Trieste. (4-00776)

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Testo della risposta:

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Sin di Trieste, il Ministero dell’Ambiente risponde al deputato M5S Prodani: «Un mistero con quali risorse saranno effettuate le bonifiche» Comunicato stampa dd 22 marzo 2014   Leave a comment

Il Ministero dell’Ambiente ha risposto all’interrogazione sul Sito di Interesse Nazionale di Trieste presentata a febbraio dal deputato del MoVimento 5 Stelle Aris Prodani. «Dai documenti che ci ha inviato il governo (e che possono essere visionati nell’allegato) è evidente che una minima parte, solo il 6% dei terreni, sono stati restituiti agli usi legittimi nonostante questo percorso sia iniziato tanti anni fa – precisa Prodani -. Inoltre le uniche risorse economiche destinate alle bonifiche, o meglio propedeutiche alle bonifiche, ammontano a poco più di 13 milioni di euro. Una cifra ben lontana dai 42 milioni di euro sventolati solo pochi giorni fa dall’assessore regionale Sara Vito e previsti dall’Accordo di programma su Servola».

«Questi 42 milioni di euro servono infatti per una parte degli interventi di messa in sicurezza dell’area della Ferriera: 26 milioni e 100 mila euro sono destinati infatti al marginamento (Fondi Par Fsc), risorse già accantonate dalla giunta Tondo, e gli altri 15 milioni di euro all’impianto di depurazione per il trattamento delle acque – spiega il portavoce M5S – È inaccettabile, poi, che il Ministero non sia costantemente in possesso dei dati sull’ andamento degli interventi, la cui situazione è aggiornata al 2012».

«Con quali risorse e con quali modalità avverrà la bonifica dell’area a oggi continua a restare un mistero» conclude Prodani.

 
In allegato la risposta del Ministero dell’Ambiente. A questo link l’interrogazione del deputato del MoVimento 5 Stelle:

https://arisprodani.wordpress.com/2014/03/19/situazione-bonifiche-sin-trieste-interrogazione-del-12-febbraio-2014/

Testo della risposta del Ministero

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Situazione bonifiche Sin Trieste – interrogazione del 12 febbraio 2014   Leave a comment

Interrogazione a risposta in commissione
PRODANI.
Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e al Ministro dello sviluppo economico. 
– Per sapere
– premesso che:
il 25 maggio 2012 è stato sottoscritto a Trieste l’accordo di programma fra Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la provincia di Trieste, i comuni di Muggia e Trieste, EZIT (l’Ente zona industriale di Trieste) e l’autorità portuale di Trieste per gli «Interventi di riqualificazione ambientale funzionali alla reindustrializzazione e infrastrutturazione delle aree comprese nel sito di interesse nazionale (SIN) di Trieste»; l’obiettivo dell’accordo è quello di facilitare i soggetti responsabili e i soggetti interessati a operare la caratterizzazione, la messa in sicurezza e la bonifica dei suoli, delle falde, delle acque superficiali e delle aree marino-costiere del SIN, offrendo la possibilità di adottare procedure celeri con tempi certi di risposta, tenendo conto del diverso impatto esercitato sulle aree di rispettiva competenza; la copertura delle spese previste, contenuta nell’articolo 11 dell’accordo, prevede il ricorso a risorse pubbliche e private. Le prime sono quantificate in 13.432.000 euro e sono suddivise tra il «Programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale» (10.832.000 euro) assegnate alle regione Friuli Venezia Giulia e il decreto d’impegno protocollo 8717/QdV/DI/G/SP del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (2.600.000 euro), mentre le seconde devono essere quantificate in fase di approvazione del piano di caratterizzazione generale unitario; l’articolo 12 del testo stabilisce che il soggetto responsabile dell’accordo è il direttore generale della direzione tutela delle risorse idriche e del territorio del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare o un suo delegato; ad oggi le procedure sembrano ferme alla sola caratterizzazione di alcune parti del SIN, peraltro su superfici di territorio ridotte, e quindi non sarebbe stata avviata nessuna opera di bonifica. Quest’inerzia delle autorità preposte è stata oggetto di un’interrogazione, la n. 4-00776, per la quale non è ancora pervenuta la risposta scritta del governo; il 20 novembre 2013 sul quotidiano Il Piccolo di Trieste è stato pubblicato l’articolo «Bonifiche, ok le risorse all’Ezit» in cui Confindustria Trieste ha espresso soddisfazione per l’atto amministrativo regionale di affidamento che mette a disposizione dell’EZIT 7,3 milioni di euro per completare le caratterizzazioni necessarie alla valutazione dell’effettivo stato di inquinamento dell’area e all’avvio dei successivi interventi di messa in sicurezza e di bonifica; il 30 gennaio 2014 le istituzioni nazionali e locali competenti hanno sottoscritto a Roma, presso la sede del Ministero dello sviluppo economico, l’accordo quadro per la realizzazione degli interventi a seguito del riconoscimento dell’area industriale di Trieste quale «area di crisi industriale complessa». In quest’occasione si è manifestata solo la defezione dell’Autorità portuale di Trieste che non ha sottoscritto il testo chiedendo alcuni chiarimenti in relazione a possibili conflitti di competenze sulle aree demaniali marittime; la grave situazione industriale e occupazionale in cui versa la Ferriera di Servola – stabilimento del gruppo Lucchini dedito principalmente alla produzione di ghisa destinata ai settori metalmeccanico e siderurgico – ha spinto l’esecutivo a includere Trieste tra le aree di crisi industriale complessa con il decreto legge n. 43/2013 sulle emergenze ambientali, superando la procedura di individuazione fissata dall’articolo 27 del decreto legge sulla Crescita (n. 83/2012), resa operativa con il decreto attuativo del MISE del 31 gennaio 2013;   l’accordo del 30 gennaio scorso è stato sottoscritto dopo l’entrata in vigore del decreto legge n. 145/2013, noto come “Destinazione Italia”, che prevede la nomina a commissario straordinario del presidente della Regione Debora Serracchiani, per l’esecuzione del documento all’epoca ancora non sottoscritto;   Il testo, richiamando in premessa l’accordo sulle bonifiche del 2012, riconosce come delimitazione geografica dell’area di crisi industriale complessa quella del perimetro dell’EZIT insieme alle aree demaniali in concessione alla società Servola spa. In pratica l’area coincide con quella del SIN;   gli articoli 6, 7 e 8 del documento fanno un chiaro riferimento agli interventi di bonifica e messa in sicurezza del sito della Ferriera di Servola;   l’articolo 6 riguarda il progetto integrato di messa in sicurezza e reindustrializzazione del sito della Ferriera, e stabilisce chiaramente che gli interventi relativi, definiti nell’accordo, sono a carico dell’aggiudicatario della procedura di evidenza pubblica necessaria per il passaggio di proprietà;   l’articolo 7 segue la stessa linea del precedente per definire il programma degli interventi di messa in sicurezza a carico del soggetto interessato non responsabile della contaminazione per l’immediata fruizione dell’area; l’articolo 8, poi, al comma 3 prevede il cofinanziamento per la cifra complessiva di 41 milioni e 500 mila euro a valere del Fondo per lo sviluppo e la coesione;  
a parte il richiamo nella premessa, non risulta in nessuna parte del testo il legame con l’accordo di programma del 2012 relativo alla bonifica del SIN di Trieste; questa confusione, legata alla nomina del commissario straordinario, si aggiunge a una serie di decisioni ed atti normativi che, invece di semplificare procedure e contenuti, sembrano rendere ancora più confusionaria la gestione delle distinte emergenze – industriale e ambientale –  che coinvolgono la Ferriera sovrapponendosi, incrociandosi e legandosi tra loro indissolubilmente :
– se sia ancora valido l’accordo di programma sottoscritto dalle istituzioni nazionali e locali il 25 maggio 2012 per la bonifica del SIN di Trieste;
– se sono stati avviati e, nel caso, a che punto siano  i lavori per la bonifica del sito;
– come siano stati impiegati i finanziamenti pubblici previsti, stimati in circa 13 milioni e mezzo di euro.  
PRODANI